LA GESTIONE DEL PAZIENTE CON SINDROME CORONARICA ACUTA: dall’ospedalizzazione alla gestione a lungo termine. Cona (FE), 29 novembre 2016
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Le sindromi coronariche acute (SCA) rappresentano la prima causa di morte nei paesi occidentali. La progressiva introduzione e ottimizzazione delle tecniche di rivascolarizzazione percutanea e di nuovi protocolli farmacologici ha permesso di migliorare significativamente l’outcome e ridurre gli eventi avversi “hard”. Nonostante tutto, il rate di eventi avversi rimane ancora non trascurabile. E questo interessa sia eventi “hard” sia la presenza di sintomatologia residua e conseguente significativo peggioramento della qualità di vita. I pazienti con SCA sottoposti a PCI vengono reospedalizzati nel 10% dei casi a un mese e la causa principale è rappresentata da dolore toracico/angina (circa il 40% dei casi). Pertanto risulta fondamentale standardizzare il trattamento antitrombotico dei pazienti con SCA. Questo include sia i farmaci antiaggreganti che anticoagulanti. All’ottimizzazione della fase acuta deve poi seguire un percorso che accompagni i pazienti alla ripresa delle normali attività quotidiane e soprattutto assicuri un’ottimale compliance alle raccomandazioni dietetiche, di attiivtà fisica e farmacologiche. L’ottimizzazione di questi percorsi e la loro applicazione nel contesto reale sono i presupposti fondamentali per minimizzare il rischio di nuovi eventi avversi.
Segreteria Scientifica
- Gianluca Campo, coordinatore scientifico
- Simone Biscaglia
- Matteo Tebaldi
- Carlo Tumscitz
U.O. di Cardiologia, Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara
Segreteria Organizzativa
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Provider ECM (n. 6 crediti assegnati)
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Destinatari dell'evento
- Infermieri
- Medici Chirurghi (Cardiologia, Medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza, Medicina interna, Medicina dello sport)
- Tecnici della fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare