YUME FESTIVAL | MEMORIAL ARIANNA
Dettagli dell'evento
Quando
al 04/05/2019 alle 19:30
Dove
Partecipanti
Dal 13 Aprile al 4 Maggio 2019
Orari di apertura
Lunedì, Martedì, Mercoledì, Venerdì e Sabato 9.30-13 / 15.30-19.30
Giovedì 9.30-13.00
Domenica chiuso
INAUGURAZIONE SABATO 13 APRILE 2019 ORE 18.30
Presentazione di Massimo Marchetti
In mostra una selezione di scatti di Arianna Zamagni,
la giovane fotografa scomparsa lo scorso 27 Dicembre,
interpretati da Simona Rondina.
L’organizzazione dell’evento ha deciso di destinare il ricavato delle donazioni ricevute al Consorzio Futuro in Ricerca, a sostegno della ricerca scientifica condotta in ambito oncologico, nominando Responsabile il Prof. Massimo Negrini dell'Università degli Studi di Ferrara.
Credits: @simonarondina
Quando Arianna è mancata, ho trovato una vecchia cartella che conteneva il progetto originale di FOTODIPINTA mai realizzato. L'ho visto subito come un segno e ho capito che avevo il dovere di concretizzarlo. Ho condiviso l'idea con le amiche, gli amici, la famiglia e tutti quelli che l'amavano, e si è instaurata una rete di collaborazioni che ha permesso la realizzazione di un Festival. Fabrizio Perdomi si è occupato degli eventi collaterali, Alessandro Davì ha offerto la location perfetta, Michele Rimondi di Publiart ha stampato le foto, Luca D'Angelo e Enrico Perdomi di Caleidos hanno curato la grafica, le enoteche Massimo e Cloister saranno partner degli eventi...
Ho lavorato sulle foto assiduamente per un paio di mesi, con la sola progettualità dell'allestimento. È stata una creazione istintiva, ogni immagine mi consigliava come intervenire, come se lei stessa fosse seduta accanto a me, nel mio studio. Ho cercato di non essere invasiva, rispettando le scelte stilistiche della fotografa. Gli interventi sono diversi, alcuni minimali, altri più giocosi, in lacuni casi ho sottolineato dei concetti, e varie sono anche le tecniche utilizzate. Ho scelto di firmare le opere con l'ideogramma YUME, logo anche dell'evento, per dare un'identità non personale al lavoro.
Al piano terra della galleria ci sarà invece un'opera interattiva per dare modo a tutti di esprimere un proprio saluto e testimoniare la propria presenza all'evento.
Immediato è stato il benestare del Vicesindaco Massimo Maisto, che ha concesso il patrocinio del Comune di Ferrara.
Difficile è stato decidere a chi destinare il ricavato delle donazioni: dopo una riflessione accurata e condivisa, abbiamo pensato all'importanza dei finanziamenti alla ricerca perché un giorno si possa arrivare a sconfingere quel maledetto cancro che ci ha portato via la nostra Ari. Katia D'andrea ha così contattato il Consorzio Futuro in Ricerca che, grazie alla disponibilità del direttore Stefania Corsi, ha creato la collaborazione tra noi e il Prof. Massimo Negrini del Dipartimento di Morfologia, chirurgia e medicina sperimentale, Sezione di Patologia, oncologia e biologia sperimentale.
Ci piacerebbe dare un seguito a questo Festival, con cadenza annuale.
Simona Rondina
Arianna Zamagni (Ferrara, 30/04/1979 - 27/12/2018)
Ha frequentato il Liceo Classico L. Ariosto di Ferrara e ha conseguito la Laurea breve in Ortottica. Da 13 anni lavorava presso o studio oculistico del Dott. Stefano Casaro. Oltre alla passione per la fotografia, ha coltivato numerosi interessi: chitarra, yoga, meditazione, inglese e spagnolo. Amava viaggiare e aveva una passione per il Giappone.
Simona Rondina
Classe '73, ha frequentato l'Istituto d'Arte Dosso Dossi di Ferrara e l'Accademia delle Belle Arti di Bologna. Lavora attualmente come docente di Discipline Grafiche e Pittoriche presso il Liceo Artistico Dosso Dossi di Ferrara.
EVENTI COLLATERALI
13 Aprile Inaugurazione mostra FOTODIPINTA
ore 18.30 Apertura
ore 19 Dj-set di Dj Afghan
ore 21 Concerto Live Les Maitres Chocolatiers
27 Aprile
ore 19 Dj-set di Perdosound
30 Aprile 40° compleanno di Arianna
ore 19 Dj-set di Bigo
ore 21 Concerto Live de La C.o.Ska
I concerti si terranno nella distesa estiva di Cloister Enoteca in Piazzale Gobetti a Ferrara.
Racconta Nadar, il grande fotografo compagno di strada degli impressionisti, che Balzac, partendo dal presupposto che in natura nulla si crea, era convinto che fosse possibile ottenere un dagherrotipo solo convenendo sul fatto che con quel procedimento qualcosa di fisico passasse effettivamente dal soggetto alla lastra. Secondo lo scrittore francese, difatti, ogni cosa sarebbe costituita da infiniti strati sovrapposti, membrane impercettibili che possono essere distaccate e trattenute per dare modo alla sostanza che si sta fotografando di resistere, in definitiva, alla corruzione del tempo.
Se sospendiamo per un attimo l'incredulità, possiamo quindi pensare che nelle fotografie di Arianna Zamagni sia presente qualcosa di più del loro valore estetico e che, attraverso l'espressione artistica, lo spirito che la spingeva a esplorare la natura e l'umanità abbia effettivamente regalato a quei soggetti una seconda vita. Nelle sue immagini la presenza di quel paesaggio o di quel volto è insomma reale, e questa realtà diventa ora la struttura su cui edificarne un'altra.
Le fotografie di Arianna si sono offerte a Simona come mezzo per continuare un dialogo in grado di eludere le leggi di una distacco incolmabile. Il significato di questo tributo si può cogliere meglio considerando i limiti che Simona ha imposto al proprio intervento come forma di rispetto per l'opera dell'amica. Seguendo la logica dell'innesto, ogni volta Simona ha aggiunto la vibrazione del colore al dettaglio di un'immagine in bianco e nero.
Compiendo questo tipo di innesti, Simona ha automaticamente dato spessore alla fase di lavoro che li ha originati, vale a dire all'atto – sempre più raro nelle nostre vite – della contemplazione. Ha quindi fatto entrare il tempo della propria quotidianità tra i materiali essenziali a conferire un'ulteriore vita dell'opera dell'amica: un intervallo dedicato alla lettura in profondità del lavoro di Arianna per esplorarne i dettagli, le sfumature, gli incastri tra le forme. È stato un modo per ripercorrere le traiettorie dello sguardo dell'amica, ribadire la decisione di premere in quel preciso istante il pulsante della camera. Assumere il suo stesso sguardo, capirne le ragioni e infine aggiungere una piccola nota personale.
Come una macchina del tempo e dello spazio, la fotografia ha permesso quindi a Simona di rivivere le esperienze di cui Arianna ci ha lasciato una testimonianza. Il risultato è che Simona ogni volta è se stessa e, allo stesso tempo, è stata Arianna. Sul filo di un'immedesimazione che può vincere ogni tipo di distanza.